Possiamo senza alcun dubbio affermare che un cuore puro equivale a una buona coscienza; cioè, la consapevolezza che in ogni momento stiamo facendo o meno la volontà di Dio. Per svolgere al meglio la sua funzione, la coscienza, ha bisogno di essere del continuo aspersa col sangue di Cristo.
Questa aspersione “mediante il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offri se stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente!” (Ebrei 9:14 -10:22).
Senza questa aspersione la coscienza dell’uomo rimane impura e contaminata (Tito 1: 15,16), e perde la sua funzione primaria che è quella di convincere l’uomo di peccato, come in (Giov. 8:9), e in (Romani 2:15).
L’apostolo Paolo si vantava nei confronti dei fratelli di Corinto, facendo appello alla testimonianza della propria coscienza, per dimostrare di essersi comportato nel mondo e specialmente verso di loro, con la semplicità e sincerità di Dio; anzi si è raccomandato alla coscienza di ogni uomo davanti a Dio
(2 Corinzi 1:12; 4:2; 5:11).
Il confronto con la nostra coscienza ci deve accompagnare tutti i giorni della nostra vita
(Atti 23:1; 24:16; 2 Timoteo 1:3).
La nostra coscienza è confermata dallo Spirito Santo, quando diciamo la verità
(Romani 9:1; 13:5).
Non dare retta al cuore puro, alla buona coscienza e alla fede sincera, si rischia di abbandonarsi a discorsi senza senso e a fare naufragio quanto alla fede
(1 Timoteo 1:5 ,19).
Leggere 1 Timoteo 3:9; 4:2
Leggere 1 Pietro 2:19; 3:16,21,22
Leggere 1 Corinzi 8: 7,10,12, 10:25,27,28
E.M.